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La Compagnia teatrale “Kalokagathoi”

Postato da il 28_06_2011 / 07:50 Segnala ad un amico Stampa condividi su Facebook condividi su twitter

Nel 2003 si è formato, presso il Dipartimento di Filologia Classica “F. Arnaldi” dell’Università “Federico II” di Napoli, il gruppo teatrale denominato “I Kalokagathoi”. L’iniziativa è nata da una collaborazione fra Luigi Spina, professore ordinario di Filologia Classica, e Francesco Puccio, allora studente di Lettere Classiche e già impegnato in attività teatrali.

L’idea iniziale era quella di rileggere i classici greci e latini con una sensibilità dichiaratamente “contemporanea”. Questo significava sia interpretare testi già dati, sia riscrivere o addirittura costruire drammatizzazioni di testi antichi non nati espressamente per il teatro.

Le attività del gruppo, di cui fanno parte una decina di giovani attori, si rivolgono prevalentemente alle aree archeologiche e museali e prevedono drammaturgie originali che creino un ponte culturale tra il mondo antico e quello moderno e la diffusione della cultura e della tradizione classiche. Le suggestioni offerte dal mondo antico, tradotte operativamente attraverso una messa in scena teatrale e, al contempo, il desiderio di ripercorrere una parte della storia della civiltà antica in chiave drammaturgica, hanno costituito le principali motivazioni per la realizzazione di numerosi progetti.

L’atto teatrale deve porre gli spettatori nella condizione di produrre un’energia simile a quella che gli attori e il complesso delle funzioni sceniche mettono in gioco nella rappresentazione, per produrre quel fatto “magico” che si chiama comunicazione teatrale e costruire un unicum tra Luogo, Spettatori e Attori, dove la comunicazione avviene al di là dei canali normali, in quanto implica la persona umana nella sua totalità.

L’attività dei Kalokagathoi, pertanto, oltre a rappresentare un esempio di come lo studio di un’epoca e di una cultura antica determinante per le nostre radici possa prevedere forme originali di interpretazione, si offre anche alle istituzioni educative come una dimostrazione dell’importanza dell’attività teatrale come forma non secondaria dell’attività educativa e civile.